RECENSIONI CINEMATOGRAFICHE


Ecco il mio parare su alcuni film ...


Trascendence: Maggio 2014 - Voto 5
Il film racconta la storia di un grande scienziato che schivo dalle telecamere e dalle luci della popolarità, lavora con successo su un super processore capace di simulare la coscienza umana. Un gruppo di rivoluzionari non troppo d’accordo con l’idea di sostituire la mente umana con un anche se evoluto pur sempre freddo computer, tentano di ucciderlo sparandogli una pallottola avvelenata che gli causerà la morte in brevissimo tempo. La moglie, molto innamorata di lui, decide per un ultimo tentativo, ovvero quello di trasferire la sua coscienza in questo super computer. Il tentativo ha successo e dopo aver poi messo on-line la sua coscienza il protagonista comincia ad evolversi in modo esponenziale riuscendo a costruire delle nano macchine che iniettate nel corpo umano riescono a curare malattie e rigenerare tessuti. Questo ovviamente pone sotto il suo controllo tutti gli esseri umani curati con le nano macchine. Riuscendo a fare arrivare le nano macchine fin sopra l’atmosfera terreste attraverso la pioggia riesce a spargere le sue nano macchine in tutto il pianeta. L’effetto è che tutto il pianete viene curato, le nano macchine infatti ripuliscono l’inquinamento delle acque e curano i malti che bevendo acqua ingeriscono le nano macchine. Ma questo al prezzo di essere tutti sotto il controllo di una solo coscienza che possiede quindi il potere su tutta la razza umana e sul pianeta stesso. Alla fine del film, eliminando l’afflusso di corrente elettrica sul pianeta, riescono a disabilitare il super computer dove aveva origine questa ormai super coscienza scaraventando il mondo qualche secolo indietro. Ma nonostante tutto le ultime immagini del film mostrano come della rugiada scivolando da un fiore e finendo in una piccola pozza d’acqua sporca questa ripulendosi immediatamente fa intendere che le nano macchine e di conseguenza anche al super coscienza sono ancora vive e presenti sul pianeta destinate quindi a rimanerci per sempre. Le idee del film se pur molto valide e di enorme spessore sono trattate a mio avviso in modo banale e noioso. Anche gli stessi effetti speciali sono stati copiati da altri film, come per esempio la scenda dello sciame delle nano macchine molto simile allo sciame delle stesse nano macchine mangia ferro del fil J. I. Joe. Inspiegabile poi come il computer che simulava la coscienza umana aveva bisogno di uno spazio quasi sconfinato infatti nel film la prima volta che viene fatto vedere questo era ospitato in un laboratorio enorme. Quando invece la mogli decidere di trasferire la coscienza del marito ruba da questo enorme laboratorio qualche pezzo che va in una valigia per rimontarli poi in un magazzino minuscolo con un paio di pc e qualche monitor. Altra deludente particolare quello dell’amore, questo forse la cosa peggiore, una mente talmente evoluta da creare delle nano macchina che risultano essere una panacea per tutto ciò che c’è di male al mondo, prova amore e sentimenti, è geloso e capace di provare rabbia. Inaccettabile. In conclusione a mio parare il film non merita un biglietto di cinema vale la pena di vederlo in tv e raccomando a chi lo voglia vedere di non essere in debito di sonno.


Gravity: Maggio 2014 - Voto 5
Per quanto appartenga al mio genere cinematografico preferito, la pellicola si presenta, a mio personale giudizio, a tratti noioso e troppo introspettivo, facendo scivolare l'osservatore in una sorta di viaggio interiore costringendolo a immedesimarsi, non nella discutibile situazione descritta dal film, ma in una serie di personali ipotesi sulla sua esistenza. Questo a mio avviso tradisce la vera vocazione dei film di fantasia e/o fantascienza, i quali, sempre a mio avviso, hanno  il vanto di far evadere completamente (fino alle galassie più lontane) il proprio io regalando una o più ore di assoluta evasione dalla realtà. Tutto ciò premesso mi è molto piaciuto il ritmo del film durante la fase del distacco dell'attrice dal mezzo spaziale al quale sembrava essere saldamente ancorata da una sorta di "cordone ombelicale" il quale tranciandosi di netto lascia nella piena disperazione la protagonista. Situazione messa molto bene in primo piano dal totale silenzio squarciato dal velocissimo ritmo del respiro che meglio di mille effetti speciali incute terrore e immedesimazione nell'animo di chi osservando quelle scene non puo non immedesimarsi in quella disarmante situazione.  Quasi un paragone molto ben riuscito di un giovane adolescente che per la prima volta capisce di dover badare a se stesso senza più l'aiuto dei genitori. Situazione che molto spesso si presenta con un forte senso di solitudine e abbandono, sensazioni che crescendo si trasformano in consapevolezza e forza di carattere facendo di un giovane adolescente un giovane uomo. Così anche l'attrice quando si vede completamente persa dopo un breve momnento di panico e rassegnazione decide di riprendere la situazione in mano per tornare sulla terra e salvarsi la vita. Questo grazie anche alla forte motivazione offerta alla protagonista dal ricordo della figlia morta che paradossalmente la spinge a darsi da fare per ritornare in una realtà dove lei è sola con un ricordo di una figlia morta.


 
 
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